giovedì 29 novembre 2007

MICROCHIP EMOZIONALE







Non scrivo piu’, leggo poco, non faccio sport, non vado al cinema e spesso faccio tardi…si per andare a dormire faccio tardi, la mezzanotte, mezzanotte e mezza, l’una.
Che alla mia ragazza qualche volta un sospetto le viene.
Ma il giorno dopo lavoro, si si lavoro e caspita se lavoro, arrivo sempre piu’ tardi e mangio con un appetito da rottweiler la cena ormai fredda, preparata dalla mia dolce metà in un orario ancora digeribile.
Il fatto è che sono stressato e il sonno poi mi passa. Poi nel dormi-veglia ti vengono in mente svariate situazioni, immagini confuse senza senso, senza logica, dubbi di avere fatto tutto quello che dovevi fare e quello che dovrai fare…. un sacco di cose da fare, ci sono sempre mille cose da fare.
Le mie incombenze casalinghe, ad esempio, vengono sempre spostate ad orari assurdi, e così non è strano che mi trovi all’una di notte a lavare i piatti e mettere le stoviglie nei ripiani e armadi o passare l’aspirabriciole . E in quei momenti sono assolutamente silenzioso e concentrato, perchè comunque mi disturba e (forse) mi turba anche il dover fare queste cose in orari in cui la gente normale dorme.
Il problema sono gli stimoli, sono giunto a questa conclusione , ieri notte, in un delirio postcamomilla all' 1 e 45 , resomi conto che comunque non sarei riuscito a dormire, mi sono alzato, sono andato in bagno e in questo bagno che purtroppo dà sulla strada principale rumorosa, mi sono messo ad ascoltare il silenzio. Il silenzio in città c’è solo di notte, e ce n’è veramente poco, quindi bisogna coglierlo e apprezzarlo come un momento di rivelazione, di ’svelamento’. Abbiamo troppi stimoli. In 10 giorni della nostra vita ,oggi, cogliamo un numero di stimoli così enorme che ad un uomo del 1500 non sarebbe bastata una vita intera per metterli assieme. Impariamo mille cose dalla rete, cogliamo mille spunti, spesso senza approfondire, attraverso i cartelloni pubblicitari ce ne arrivano altri, moltissimi dalla televisione, altri dal lavoro. Se fossi Dio dovrei tenere in considerazione il movimento delle molecole di un grammo di platino nella più oscura fossa del più oscuro oceano di metano della più sperduta luna del più sperduto pianeta che gira attorno alla costellazione di Andromeda allo stesso identico modo di come dovrei tenere in considerazione la preghiera serale della casalinga di Salorino. Se esistesse un Dio, sarebbe pazzo di stimoli. Noi, che non siamo delle divinità , possiamo reggere un numero finito di stimoli. Ma qual’è il nostro limite? Io, nel mio piccolo, rischio l’esplosione, la dispersione della mia identità in una miriade di interessi che spesso non sono conciliabili e tendo a trascurare , immerso in questo infinito delirio di conoscenze, il mio corpo fisico e il mondo che mi circonda. A suo modo questa è follia, lucida, autocosciente, ma pur sempre follia. Capisco chi decide di fare un cambiamento radicale , a 360 gradi, e dedicarsi alla natura, alla campagna, alla meditazione. Ha una sua logica. Il cambiamento epocale che ci ha travolti, la Rete, ha liberato la coscienza dell’uomo nell’infospazio, ma il mondo fisico ne viene escluso. Se si potesse viaggiare , con questi cavi, non solo col pensiero, sarebbe tutto diverso. Sarebbe veramente rivoluzionario, così invece è una rivoluzione a metà, che rischia di menomarci profondamente, perchè non siamo macchine e non possiamo diventarlo.